Un emendamento al decreto legge 36/22 cancella la mobilità nazionale per i docenti di accademie e conservatori: la Flc Cgil annuncia mobilitazioni e azioni di contrasto a questa disposizione.
“Durante la discussione del decreto legge 36/22, venerdì 17 giugno è stato approvato nella VII Commissione del Senato un emendamento che cancella la mobilità nazionale per i docenti, trasformata in mobilità effettuata mediante (eventuali) bandi di istituto. La disposizione è stata poi inserita nel maxiemendamento sul quale il governo ha posto la fiducia” si legge in una nota della Flc Cgil.
“Quest’anno sono state presentate 1066 domande di mobilità a fronte di circa seimila docenti di ruolo. Per il 2022/23 è prevista l’assunzione di circa un migliaio di docenti. Le richieste di trasferimento quindi per il 2023/24 si incrementeranno ancora di più. La mobilità nazionale ha consentito a molti colleghi, quelli che vivono più lontano e per i quali una parte considerevole dello stipendio (che è un normale stipendio di un dipendente statale) è utilizzato per spese di viaggio, vitto e alloggio, di avere una prospettiva di miglioramento delle proprie condizioni di vita e di lavoro. Con l’applicazione di questa disposizione tutto questo terminerà definitivamente colpendo, guarda caso, proprio le docenti e i docenti più in difficoltà.
L’emendamento, inoltre, impone anche il reclutamento di sede senza però introdurre alcun vincolo tra il numero di aspiranti che acquisiscono l’abilitazione artistica nazionale e il numero di assunzioni programmate, creando le stesse condizioni di ingovernabilità che hanno consigliato il rinvio dell’applicazione del DPR 143/19 sul reclutamento”.
Secondo la Flc Cgil è “riprovevole utilizzare parlamentari per la presentazione di emendamenti di cui gli stessi ignorano le conseguenze. Contro queste scelte sciagurate la FLC CGIL metterà in campo tutte le azioni di contrasto e mobilitazione possibili”.