“No alla gestione verticistica e burocratica del Ministero sul Piano scuola 4.0”. Lo dice in una nota la Federazione lavoratori della conoscenza Cgil nazionale commentando gli interventi previsti dal ministero della Pubblica istruzione inseriti nel Pnrr.
“Con molta enfasi in questi giorni il Ministero dell’Istruzione sta pubblicizzando gli interventi previsti dal PNRR in tema di transizione digitale nelle scuole: 2,1 miliardi di euro del Piano scuole 4.0, 800 milioni di euro per la realizzazione di un sistema di formazione continua, 1,1 miliardi per ‘Nuove competenze e nuovi linguaggi’ e poi gli avvisi del PON Scuola finanziati dal REACT-EU, quelli sulla digitalizzazione dell’attività amministrativa, il Piano Banda Ultra larga. Da un punto di vista ordinamentale il decreto legge 152/21 ha previsto interventi sui curricoli scolastici con l’integrazione in tema di competenze digitali degli obiettivi specifici di apprendimento e dei traguardi di competenza.
Le istituzioni scolastiche inoltre, dovranno compilare entro marzo 2023 un documento denominato “Strategia 4.0″ che declina il programma e i processi che ogni scuola seguirà per tutto il periodo di attuazione del PNRR. Pur rappresentando investimenti di notevoli dimensioni – prosegue la nota – le azioni previste non sono accompagnate da specifiche risorse nazionali per retribuire il personale che dovrà sobbarcarsi un aggravio di lavoro davvero notevole. In ogni caso, la straordinaria accelerazione dei processi di transizione digitale rende ineludibile il reperimento di nuove risorse da destinare ai rinnovi contrattuali per l’incremento delle retribuzioni di tutti i lavoratori e un deciso rafforzamento delle relazioni sindacali a tutti i livelli.
Occorre inoltre, un pieno riconoscimento del lavoro del personale ATA: nel Piano Scuola 4.0 manca sorprendentemente qualsiasi specifico riferimento a questi lavoratori che sembrerebbero avere un ruolo irrilevante nella realizzazione dei processi finanziati. Al di là di richiami alla valorizzazione del ruolo dello spazio di apprendimento nel processo di formazione, mancano i riferimenti al ruolo del lavoro collegiale come strumento di crescita insostituibile del fare scuola. Manca un forte richiamo alla necessità di partecipazione e condivisione da parte di chi opera quotidianamente nelle scuole: difficile ottenere risultati tangibili e duraturi nel tempo con iniziative calate dall’alto e gestite in maniera verticistica e burocratica”.