Dieci punti da inviare al nuovo inquilino di palazzo Chigi con cui disegnare una nuova politica del lavoro che azzeri il precariato, dia stabilità all’occupazione, salvaguardando i giovani e le donne, ma soprattutto aumenti i salari in busta paga e difenda i redditi dalla nuova fiammata inflazionistica che sta bruciando i bilanci delle famiglie più disagiate. E ancora: rafforzi la contrattazione e, riformi il fisco e rimetta mano al sistema pensionistico. E’ il decalogo messo a punto dalla Cgil e presentato oggi a Bologna nell’assemblea nazionale dei delegati con cui il sindacato guidato da Maurizio Landini, si prepara al confronto con il nuovo governo che uscirà dal voto politico del 25 settembre prossimo. Una road map che ricalca i punti forti della confederazione presentato stamane a Bologna alla presenza di 5000 delegati provenienti da tutta Italia.
All’assemblea era presente anche una delegazione della Flc Cgil e della Cgil di Salerno con la segretaria Clara Lodomini e il segretario Antonio Apadula.
Ecco i dieci punti del decalogo “ascoltate il lavoro” illustrato stamane dal segretario Maurizio Landini.
1. Tutelare e aumentare il potere di acquisto di salari e pensioni. Intervenire a livello nazionale ed europeo sulla formazione dei prezzi. Fissare un tetto alle bollette. Proteggere l’occupazione ed integrare il trattamento economico della cassa integrazione. Un salario minimo legato al trattamento economico complessivo dei Ccnl e legge sulla rappresentanza.
2. Fisco. La Cgil dice no a flat Tax e condoni, sì a una riforma progressiva e redistributiva. Abbattere l’evasione e l’elusione fiscale è poi una strada prioritaria così come tassare gli extraprofitti e redistribuirli ai redditi da lavoro e alle pensioni più basse.
3. Superare il Jobs Act e le norme che hanno precarizzato il lavoro, abolendo le tipologie di lavoro precario e sottopagato e introducendo un contratto unico di ingresso a contenuto formativo ed estendendo le tutele dei lavoratori autonomi. Un Nuovo statuto dei diritti per tutto il mondo del lavoro. Un piano per la piena e buona occupazione in particolare per giovani e donne con il fine di superare i divari di genere e generazionali.
4. Condizionare i finanziamenti e le agevolazioni pubbliche collegandoli alla stabilità dell’occupazione e contrastare le delocalizzazioni. Riduzione e redistribuzione degli orari di lavoro per una nuova occupazione stabile e per il diritto alla formazione permanente.
5. Estensione a tutto il sistema degli appalti e dei subappalti privati del rispetto e dell’applicazione dei Contratti nazionali e delle clausole sociali. Contrastare le mafie, lo sfruttamento lavorativo, il caporalato e il lavoro nero.
6. Sicurezza sui luoghi di lavoro. La Cgil dice “basta morti sul lavoro” attraverso prevenzione, formazione, salute e sicurezza garantite ed esigibili e inasprimento delle sanzioni.
7. Rinnovare il sistema pubblico e investire attraverso un piano straordinario di assunzioni pubbliche e di stabilizzazione del personale precario. Centralità del servizio sanitario pubblico e universalistico e del sistema pubblico di istruzione e conoscenza. Garantire il reddito di cittadinanza. Introdurre la legge sulla non autosufficienza. Cambiare la legislazione sull’immigrazione.
8. Pensioni. Modificare radicalmente il sistema previdenziale superando la riforma Fornero e ricostruendo un sistema previdenziale pubblico, solidaristico ed equo che unifichi le generazioni e garantisca flessibilità in uscita a partire da 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.
9. Nuove politiche industriali e costituzione di un’Agenzia per lo Sviluppo dotata di poteri e di un Fondo speciale per le transizioni ambientale e digitale per rafforzare gli strumenti di governo delle crisi e delle riconversioni. Piano strategico per l’autonomia energetica con conseguente e fondamentale accelerazione degli investimenti nelle fonti rinnovabili.
10. Recuperare i divari territoriali e di sviluppo a partire dal Mezzogiorno. Riqualicare le grandi periferie urbane, delle aree interne e incrementare l’edilizia pubblica e sociale.