“La presidente del Consiglio nelle sue dichiarazioni programmatiche ha ribadito con una continuità singolare alcuni dei concetti che la cultura neoliberale ci ha propinato negli ultimi decenni. La scuola deve educare ad essere cittadini democratici. Quelle riproposte sono idee che già hanno danneggiato la scuola in un lungo ventennio di scelte sbagliate.
Il merito come ideologia è l’opposto della scuola costituzionale. E l’autonomia differenziata minerebbe alla base la funzione nazionale e unitaria della scuola. Contrasteremo in tutti i modi questo progetto”. Ha detto il segretario Flc Cgil, Francesco Sinopoli commentando il discorso programmatico del neo presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Per Meloni, innanzitutto, la scuola e l’università “devono essere al servizio del mercato del lavoro e i percorsi formativi da proporre devono essere finalizzati a tale scopo. La scuola, non finiremo mai di ripetertelo, deve educare ad essere cittadini democratici”, spiega Sinopoli.
E ancora, la premier “ha ribadito il concetto di capitale umano e quindi l’idea di un sistema di istruzione quale luogo di addestramento al lavoro così com’è. La scuola, lo ribadiamo, non insegna ad adeguarsi al mondo così com’è ma a cambiarlo, a renderlo migliore. Quelle riproposte sono idee che già hanno danneggiato la scuola in un lungo ventennio di scelte sbagliate. Il merito come ideologia è l’opposto della scuola costituzionale come in tanti hanno evidenziato in questi giorni.
Eppure dovrebbe essere chiaro che solo una scuola in grado di fornire di più a chi ha di meno per provenienza sociale, culturale ed economica sarà in grado su superare diseguaglianze tara le persone e divari tra i territori.
Il prestito d’onore del resto è per noi il contrario del diritto allo studio garantito con crescenti investimenti dello stato.
Il giusto riferimento alle situazioni di grave carenza in cui operano i lavoratori della scuola a partire dagli insegnanti e la denuncia delle basse retribuzioni – osserva il dirigente sindacale – dovrà essere accompagnate da investimenti a partire dal contratto collettivo nazionale di lavoro ora in fase di discussione all’Aran. Il richiamo alla questione giovanile tradisce un approccio paternalistico per il quale giovani rappresentano un problema da risolvere e non una risorsa da valorizzare in quanto portatori di conoscenze, valori, energie, talento”.
Infine l’autonomia differenziata: “minerebbe alla base la funzione nazionale e unitaria della scuola, sia sul piano culturale che degli apprendimenti e della libertà di insegnamento, introdurrebbe nuove disuguaglianze, renderebbe inutilizzabile il Contratto nazionale collettivo di lavoro. Contrasteremo in tutti i modi questo progetto come già abbiamo fatto in passato e siamo certi che non saremo soli”, conclude Sinopoli.