Una “lettera del tutto impropria” perché “non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo” e perché in “Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista”. Così il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha criticato la comunicazione inviata dalla preside del liceo Leonardo da Vinci di Firenze, Annalisa Savino, dopo l’aggressione di membri di Azione studentesca ai danni di alcuni studenti. La presa di posizione della dirigente, sul fascismo nato dalla violenza e dall’indifferenza, per il ministro è stata un’iniziativa “strumentale” che denota “una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole. Se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”.
Le parole di Valditara hanno provocato una valanga di polemiche ad iniziare dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Il ministro Valditara, di fronte al gravissimo pestaggio ai danni di alcuni studenti di Firenze da parte di esponenti di Azione studentesca (RPT: studentesca), non ha speso una sola parola per giorni – ha detto Landini -. Ha pensato bene di intervenire sull’episodio per intimidire, minacciando azioni disciplinari, la preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci che si è limitata a condannare l’accaduto e a ricordare come la violenza vada fermata prima di ripetere gli errori e gli orrori del passato. Come se fosse una colpa da emendare l’aver messo in guardia dal diffondersi di idee e comportamenti fascisti”.
“Ma il ministro – aggiunge il leader della Cgil – non si è fermato a questo, ha approfittato dell’occasione per fare propaganda sulla linea nazionalista del governo invitando di fatto la dirigente a condividerla”. La Cgil, prosegue Landini, “è al fianco della preside e difenderà in tutte le sedi il suo diritto a intervenire su un episodio che non deve mai più ripetersi, peraltro a danno di giovani e giovanissimi davanti a una scuola. E ricorda al ministro che la sua linea politica non può essere imposta a dipendenti e dirigenti della pubblica amministrazione, in particolare nell’ambito dell’istruzione, dove la libertà di pensiero e di insegnamento sono intangibili. Sono valori fondanti della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, che – conclude il segretario generale della Cgil – vanno non solo difesi, ma insegnati”.
Sono “inaccettabili le parole del ministro Valditara, agli attacchi fascisti si risponde con ogni mezzo democratico. Il ministro definisce ‘ridicole’ le parole di una dirigente di un liceo fiorentino e sostiene che di lettere dei presidi su fascismo e antifascismo non sa che farsene”. E’ quanto affermano FLC nazionale, FLC di Firenze e la CGIL di Firenze sulla vicenda avvenuta fuori a un liceo fiorentino invitando a “una mobilitazione straordinaria tutte le forze democratiche e antifasciste”. “La dirigente Savino (la preside dell’istituto, ndr), dopo l’aggressione al Liceo Michelangiolo, si è rivolta ai propri studenti invitandoli a non essere indifferenti, assolvendo così ai compiti educativi previsti dalla scuola della Repubblica sulla cui Costituzione antifascista il ministro dell’Istruzione e del Merito ha giurato. Dopo le distorsioni della storia a cui abbiamo assistito in questi mesi – proseguono le sigle sindacali – ora giunge, da parte di Valditara, anche la minaccia di provvedimenti nei confronti della libera espressione dei dirigenti scolastici”. “Il ministro – concludono – farebbe meglio a placare il clima di tensione e di odio suscitato da giovani neofascisti, a condannare l’accaduto, sostenere i dirigenti nell’esercizio delle loro funzioni educative e ad affermare compiutamente un messaggio antifascista”.
Dello stesso tenore la replica del presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo: la lettera è “un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana. L’attacco del ministro è inaccettabile”.
A difesa di Savino anche l’Associazione nazionale presidi: “Il suo messaggio è riconducibile nel perimetro del mandato educativo di un dirigente scolastico che non poteva restare in silenzio”. Dalla parte di Valditara si schierano, invece, i partiti di governo.
Mentre sul fronte politico i toni diventavano sempre più accesi, a Firenze, il liceo da Vinci ha fatto i conti con uno striscione attaccato davanti la scuola: “Non ci fermerà una circolare, studenti liberi di lottare”, firmato ‘Blocco studentesco’, movimento di estrema destra. Sullo striscione la preside, che non ha voluto commentare le parole del ministro per “non alimentare” la “sovraesposizione mediatica”, sta valutando di fare denuncia. Anche perchè sul profilo ufficiale del Blocco c’è la foto dello striscione con un militante che brucia la lettera della preside. Solidali con lei studenti e professori. Intanto, sul fronte giudiziario la Digos stamani ha perquisito le case dei sei esponenti di Azione studentesca, tra i 16 e i 21 anni, indagati per violenza privata aggravata e lesioni per l’aggressione al Michelangiolo: sequestrati cinque telefoni cellulari e qualche volantino. In caso di processo il liceo si costituirà parte civile.