A Napoli il sindacato ‘Ricomincia da tre’: è un appello a continuare la protesta quello lanciato da Maurizio Landini dal palco della Rotonda Diaz a Napoli. Dopo Bologna e Milano, la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil arriva alla sua ultima tappa, a Napoli, raccogliendo in piazza circa 50 mila persone che rivendicano “una nuova stagione del lavoro e dei diritti” e soprattutto un confronto reale ed effettivo con Palazzo Chigi. Il numero uno di Corso d’Italia: “Il governo cambi le politiche o noi – ammonisce Maurizio Landini – useremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione”. Una piazza, quella che ha riempito la Rotonda Diaz, che non dimentica le vittime delle alluvioni in Emilia Romagna e Marche, dedicandogli un lungo minuto di silenzio. Nel capoluogo partenopeo si sono ritrovati, assieme a quelli campani, i lavoratori e i pensionati provenienti dalle Regioni del centro-Sud: Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Dopo le manifestazioni di Bologna e Milano, il terzo sabato consecutivo di mobilitazione di Cgil Cisl Uil ha avuto come scenario il lungomare di Napoli.
La Cgil ha sfilato da sola in corteo, con Landini in testa, da piazza Vittoria al palco alla Rotonda Diaz dove sono saliti gli altri leader sindacali. “Noi oggi siamo qui, a Napoli – ha detto Landini – proprio per dire che è il momento di unire il Paese, non di dividerlo. L’autonomia differenziata è la strada sbagliata, c’è bisogno che si fermino, che tornino indietro. Le disuguaglianze sono aumentate e il Mezzogiorno ha pagato un prezzo doppio. Negli ultimi venti anni un milione e 200mila giovani se ne sono andati dal Mezzogiorno per andare in giro per l’Europa o da altre parti a cercare lavoro e in buona parte questi sono anche laureati, quindi, questo ha determinato un processo di impoverimento”. “Se qualcuno pensa di modificare la Costituzione a colpi di maggioranza, il popolo italiano si mobiliterà. Il governo deve fermarsi, si tratta di una regressione pericolosa e inutile per il Paese”, è il giudizio del segretario Cgil.
“Le disuguaglianze sono aumentate e il Mezzogiorno, è sotto gli occhi di tutti, ha pagato un prezzo doppio. Negli ultimi venti anni un milione e 200mila giovani se ne sono andati dal Mezzogiorno per andare in giro per l’Europa o da altre parti a cercare lavoro e in buona parte questi sono anche laureati, quindi, questo ha determinato un processo di impoverimento”.
Ha detto Landini, a margine della manifestazione. “C’è il rischio – ha proseguito Landini – che con l’autonomia differenziata queste disuguaglianze aumentino e, invece, e’ il momento di unire questo Paese, di fare sistema e di fare quegli investimenti che occorrono, perchè lo sviluppo del Mezzogiorno oggi è la chiave per lo sviluppo del Paese”.
“Napoli, la Campania e il Mezzogiorno, con 50mila lavoratori, lavoratrici, pensionati, giovani e cittadini oggi sul lungomare fino alla Rotonda Diaz hanno dato un segnale forte a questo Governo che adesso deve convocare le organizzazioni sindacali e cambiare rotta sul fisco. Non si può non tenere conto della forza espressa oggi da questa piazza”. Ha affermato il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, commentando la manifestazione nazionale di Cgil Cisl Uil a Napoli.
“La Costituzione va applicata non va cambiata”, sintetizza quindi il leader della Cgil. “Lo diciamo oggi – ha rimarcato Luigi Sbarra – ancora una volta, da una delle capitali più importanti del nostro Sud e del Continente: non accetteremo mai riforme che indeboliscano l’unità e la coesione nazionale. L’autonomia differenziata presuppone risorse certe per infrastrutture, servizi pubblici, sviluppo, energia, coesione. Non è autonomia ma è egoismo, se lascia indietro i più deboli”.
“Questo Paese ha grandi diseguaglianze territoriali, chiediamo al Governo di intervenire prima – ha affermato Pierpaolo Bombardieri – su queste diseguaglianze nel percorso verso l’Autonomia regionale. I cittadini hanno tutti il diritto di avere allo stesso modo l’assistenza sanitaria, l’istruzione, il lavoro. Tutto deve essere allo stesso modo in Campania, Calabria, Puglia, Lombardia e Veneto. Questa è l’emergenza. Poi possiamo parlare dell’autonomia differenziata”. Sull’ipotesi di uno sciopero generale, Landini ha ribadito di non escludere nulla: “l’importante è che il governo cambi queste politiche, se questo non avviene, noi intendiamo proseguire, useremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione”. “Vediamo prima di capire i comportamenti e la disponibilità del governo – ha affermato Sbarra – al centro della nostra mobilitazione abbiamo messo l’intento di riannodare i fili del dialogo e del confronto con l’esecutivo. Se le risposte arriveranno bene, diversamente il sindacato non starà con le mani in mano”. “Chiediamo ancora interventi strutturali, pensiamo – ha precisato Bombardieri – che siano temi su cui il governo deve ancora confrontarsi e decidere. Senza confronto la mobilitazione continua. Lo sciopero non l’abbiamo rimosso dai nostri vocabolari, ma continuiamo a dire che lo sciopero è un giorno, invece noi abbiamo bisogno di una mobilitazione lunga che ci permetta di continuare a parlare con la nostra gente, di avere questi grandi risultati”.