“L’idea di introdurre salari differenziati per Regione in base al costo della vita è totalmente strampalata, ci riporta indietro di 50 anni, alle gabbie salariali; semmai c’è un problema che riguarda tutto il personale della scuola: il ministro dovrebbe far finanziare il contratto collettivo che ora vede zero risorse. Il combinato disposto tra ingresso dei privati e disarticolazione del sistema contrattuale è la distruzione della scuola pubblica, è la cosa peggiore che si può fare. Siamo pronti a mettere in campo ogni mobilitazione se questa sarà confermata come proposta”. Risponde così il segretario Flc Cgil, Francesco Sinopoli al ministro Giuseppe Valditara che ha lanciato la proposta della differenziazione salariale intervenendo all’incontro online ‘Italia 2023: persone, lavoro, impresa’.
Una proposta che la Flc e la Cgil contestato immediatamente: “Vorrei capire poi i privati cosa andrebbero a fare e chi sarebbero. Così si fa la cosa peggiore in un Paese che ha bisogno di superare i divari – ha continuato Sinopoli -. Altro sarebbe incentivare il personale a restare nei terrori, superando il vincolo che impedisce la mobilità agli insegnanti ma non c’entra nulla con quello che dice Valditara. Siamo pronti a mobilitarci ma credo che questa, se sarà una proposta, verrà rigettata non solo dal mondo della scuola: il tema si porrà per qualunque contratto collettivo nazionale”. “Il problema delle risorse riguarda tutto il personale della scuola: il ministro dovrebbe far finanziare il contratto collettivo, che ora vede zero euro. Il combinato disposto tra ingresso dei privati e disarticolazione del sistema contrattuale è la distruzione della scuola pubblica” ha concluso Sinopoli.
“Credo che tornare a una differenziazione di gabbie salariali come c’era 50 anni fa sia una follia, il nostro Paese è già abbastanza diviso non ha bisogno di aumentare le divisioni”, tuona di prima mattina il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, riferendosi alle parole di Valditara.
Oggi, intanto, è arrivata una prima intesa tra la ministra del Lavoro, Marina Calderone e il ministro Valditara per ampliare le coperture assicurative Inail degli studenti anche nei percorsi formativi, la cosiddetta alternanza scuola-lavoro. E anche questo argomento è stato oggetto di uno scontro a distanza tra il ministro e la Flc Cgil.
“Riteniamo indispensabile rivedere in profondità, alla radice, il nesso tra istruzione, formazione e lavoro, ridefinendo i limiti e gli obiettivi delle esperienze di apprendimento in contesto lavorativo che devono essere legate al curricolo scolastico e del tutto coerenti con il percorso di formazione e non viceversa”. Lo affermano la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David e il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli al termine del tavolo di oggi presso il ministero dell’Istruzione e del Merito sui percorsi di alternanza scuola lavoro, un confronto tecnico convocato nell’ambito degli incontri sulla salute e sulla sicurezza.
“I Pcto non possono essere obbligatori, ma – sottolineano Re David e Sinopoli – opportunità formativa pienamente inserita e valorizzata nei percorsi di studio frequentati dalle studentesse e dagli studenti. Allo stesso tempo – proseguono i due dirigenti sindacali – bisogna eliminare la precisa quantificazione delle ore affidando alle scuole piena autonomia di progettazione sia nei contenuti dei percorsi che nel monte ore complessivo, la selezione delle aziende ospitanti deve avvenire in base ai requisiti necessari a garantire il massimo della tutela e sicurezza agli studenti. È fondamentale la presenza della figura di un tutor aziendale che non lasci mai solo lo studente. Infine, occorre investire concretamente in formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro da destinare a studentesse, agli studenti, ai tutor scolastici, agli insegnanti, a Rspp, Rsu, Rls, Ds. Tutto ciò non può prescindere dal coinvolgimento dei sindacati”.
“Il Ministero ha annunciato che risponderà positivamente alla nostra richiesta di un tavolo specifico sul tema complessivo dei Pcto e ha anticipato l’intenzione fin da quest’anno di eliminarli come requisito per l’ammissione agli esami. Verificheremo la concretizzazione di questi impegni”.
“L’alternanza scuola lavoro è un tema particolarmente sensibile che non può essere affrontato con questa metodologia: oggi non abbiamo partecipato ad un tavolo ma, come per gli incontri precedenti, siamo stati semplicemente auditi. Ad oggi non è stato aperto nessun tavolo di confronto. Per questo – concludono Re David e Sinopoli – ci auguriamo che nei prossimi incontri ci siano le condizioni per un confronto reale e non una discussione con tutte le parti sociali non tenendo in considerazione la rappresentanza delle stesse” hanno concluso i due dirigenti sindacali.