“Un opuscolo, da diffondere anche in versione digitale, per i cittadini e i lavoratori, che segnali tutte le conseguenze negative dell’autonomia differenziata”: la Cgil Napoli e Campania, attraverso il segretario generale Nicola Ricci, raccoglie la proposta lanciata da Isaia Sales nel corso dell’iniziativa promossa dalla confederazione sul decreto Calderoli e si candida a diventare un “luogo permanente di incontro e di confronto che metta insieme le tante solitudini che adesso ci contraddistinguono per costruire una grande risposta di massa contro chi vuole dividere il Paese”.
“Il punto di arrivo – ha precisato Ricci concludendo l’assemblea ‘L’Italia a pezzi. La Campania contro l’autonomia differenziata’ che si è tenuta oggi – non è gennaio 2024, il governo sta accelerando e ci troveremo di fronte a decisioni assunte e decreti legge che bypassano sia la Costituzione che il parlamento”.
All’assemblea sono intervenuti il professore di Economia applicata all’Università di Bari, Gianfranco Viesti, la presidente di Legacoop Campania, Anna Ceprano, e i rappresentanti di alcune delle associazioni che hanno aderito all’iniziativa. Gianfranco Viesti ha fatto una disanima storica e legislativa sull’autonomia regionale e sulle contraddizioni della Legge Calderoli. Viesti è stato ‘tranchant’ nelle sue conclusioni: “Questa autonomia differenziata significa la fine dell’Italia – ha detto – e i grandi danneggiati saranno i cittadini, i lavoratori, le imprese. Vi assicuro che non è affatto esagerato”.
Parla di una proposta di ‘sovranismo nazionale’ Isaia Sales, docente universitario, scrittore ed ex sottosegretario a Bilancio e Programmazione economica nel primo governo Prodi che ha evidenziato gli effetti sul Sud dell’Autonomia differenziata: “Noi meridionali saremo stranieri in Patria, questa è una delle riforme più divisive dell’Italia contemporanea – ha ribadito nel suo intervento -. Non è autonomia differenziata, ma autonomia disuguagliante, che punta a rendere più disuguale l’Italia. Anzi, rende la disuguaglianza un fatto costituzionale. Quindi credo che ci sia molto da preoccuparsi perché se tutte le Regioni, non solo Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, dovessero contemporaneamente chiedere quei poteri, lo Stato centrale si disintegrerebbe, non esisterebbe più la nazione. È per questo che dobbiamo diventare ‘agitatori’, far conoscere cosa c’è in questa legge che va oltre il regionalismo e rappresenta la scomposizione dello Stato nazionale”.
Al dibattito sono intervenuti poi il giornalista e saggista Marco Esposito e i rappresentanti delle associazioni Arci Campania, Libera Campania e Anci Campania.